Prima firmataria Russo (M5S), riordino studi di formazione musicale, a partire dalle elementari Roma, 28 mar. (Adnkronos) – “All that JAZZ” ma non a scuola, almeno finora, ed è tempo di rimediare. Il titolo del grande film di Bob Fosse, anno di grazia 1979, sembra ispirare, infatti, i proponenti (M5S attuali ed ex ma anche Pd e Autonomie) del disegno di legge da poco assegnato in commissione Istruzione al Senato: una delega al governo per il riordino e l’armonizzazione complessiva degli studi della formazione artistica, musicale e coreutica.
Sarà il desiderio di evasione da lockdown o la spinta ricorrente a superare il paradosso tutto italico della musica eterna negletta dell’istruzione ‘normale’, fatto sta che il disegno di legge va nella direzione di una ‘democratizzazione’ dello studio e della pratica della musica. Fuori dal circuito istituzionale dei conservatori e della penalizzazione dell’arte di Louis Armstrong nei licei musicali. Ma, soprattutto, individua il JAZZ come genere da recuperare, valorizzare e rendere parte integrante dei corsi.
La proposta, prima firmataria la pentastellata Loredana Russo, incide sul ciclo di studi dell’obbligo ma anche su quello delle superiori. E così in linea con quanto avviene nei licei coreutici, dove esiste anche un ‘indirizzo contemporaneo’, “è ormai indifferibile l’istituzione nei licei musicali dell”indirizzo JAZZ’; sarebbe inopportuno continuare ad affidare esclusivamente alle scuole private o a un addestramento di tipo autodidatta la preparazione pre-accademica ai corsi JAZZ attivi nei conservatori”, si legge nella relazione che accompagna il DDL.
Una scuola a tempio di musica che deve partire dalle elementari. All’art. 1, infatti, fra l’altro, si prevede, oltre all’istituzione del ‘Tempo musica’ e del ‘Tempo pieno delle arti’ nel ciclo della scuola primaria, anche l’istituzione dell”Istituto comprensivo a indirizzo musicale’, con lo studio dello strumento a partire dalla terza classe, e poi l’istituzione di una scuola superiore di primo grado a indirizzo coreutico. L’art. 2 fissa tra l’altro l’attivazione di corsi di propedeutica musicale, di pre-danza e di educazione alle arti visive, denominati “Tempo pieno delle arti”, oltre ai requisiti accademici che devono avere gli insegnanti.
Ma è l’articolo 6 quello che ‘spinge’ per ‘levare la sordina’ al JAZZ. Nei licei musicali, infatti, si dispone l’individuazione di percorsi formativi a indirizzo jazzistico, prevedendo che: 1) per il primo biennio, la scelta del primo strumento sia effettuata fra gli strumenti classici e la scelta del secondo strumento sia effettuata fra gli strumenti JAZZ; 2) per il secondo biennio, la scelta del primo strumento sia effettuata fra gli strumenti JAZZ e la scelta del secondo strumento sia effettuata fra gli strumenti classici o JAZZ; 3) per l’ultimo anno, sia mantenuto il solo studio dello strumento JAZZ.
Restano da vedere i tempi di esame in commissione e poi in aula. Impossibile programmare più di tanto, a maggior ragione in tempo di Covid. Improvvisare, tutto sommato, mai come in questo caso si addice al tema.