Ieri la Commissione diritti umani ha incontrato l’ambasciatore d’Italia al Cairo, Giampiero Cantini che sta monitorando il caso Zaky. Contestualmente ha confermato il suo impegno personale per la scarcerazione di Patrick Zaky il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. (ANSA) – IL CAIRO, 5 MAR – Patrick George ZAKY è stato trasferito a sorpresa da una prigione di Mansura, nel delta del Nilo, al famigerato complesso carcerario del Cairo, quello di Tora. Il suo dossier rimane nell’ambito della severissima “sicurezza dello Stato” egiziana e gli avvocati non sanno fornire una spiegazione del trasferimento o ipotizzare cosa significhi per lo studente egiziano dell’università di Bologna arrestato il mese scorso per propaganda sovversiva. L’udienza per l’ormai più che probabile secondo rinnovo di altri 15 giorni della custodia cautelare in carcere resta comunque fissata per sabato: non più però al Palazzo di Giustizia di Mansura bensì a quello del Cairo, sede principale della Procura dell’Alta corte della sicurezza dello Stato. Tora include quattro prigioni, un ospedale militare dove fu recluso l’ex presidente-autocrate egiziano Hosni Mubarak e un carcere di massima sicurezza noto come ‘Lo Scorpione’, oggetto di denunce e critiche da parte di organizzazioni per la difesa dei diritti umani per gli abusi che vi si compiono. Gli avvocati di Patrick non sono riusciti ad apprendere in quale sezione sia stato rinchiuso. Il legale della famiglia, Walid Hassan, ha escluso comunque che il 27enne sia già stato classificato come “detenuto politico”, lasciando intendere dunque che sarebbe lontano dalle pinze dello ‘scorpione’. Anche se solo sulla base di post di un account Facebook che la difesa peraltro sostiene sia fake, le accuse rivolte a Patrick sono considerate gravi: oltre a “diffusione di notizie false” c’é anche “incitamento alla protesta” e “istigazione a crimini terroristici”. La loro gravità è accentuata dal quadro in cui vive l’Egitto: un Paese insidiato da una mai spenta minaccia terroristica e memore di tentativi di spallata della Fratellanza musulmana esercitati solo tre o quattro anni fa. La famiglia ha appreso del trasferimento in mattinata, quando si era recata in visita come finora concesso il giovedì e la domenica. Nonostante l’annullamento a causa del coronavirus di un sit-in promosso per le ultime ore da Amnesty International a Roma, l’attenzione sul caso in Italia resta altissima: la presidente della Commissione diritti umani del Senato, Stefania Pucciarelli, insieme ad alcuni membri della Commissione, ha incontrato l’ambasciatore d’Italia al Cairo, Giampaolo Cantini, per ricevere un aggiornamento sulla vicenda. L’ambasciatore “ci ha garantito l’impegno a seguire questo caso in maniera costante, così come fatto finora”, ha riferito la senatrice M5s Michela Montevecchi, componente della Commissione. Nelle stesse ore in cui si apprendeva del trasferimento, a Bologna, sulla facciata del Comune, è stato esposto uno striscione con la scritta ‘Libertà per Patrick Zaky’, accanto a quello di Amnesty International per chiedere ‘Verità per Giulio Regeni’, il caso principale di attrito tra Italia ed Egitto: un dichiarato “gesto simbolico fortemente voluto dal sindaco Virginio Merola per tenere alta l’attenzione sullo studente egiziano del Master Gemma dell’Università” bolognese. (ANSA). CAL 05-MAR-20
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