Care la Repubblica – Palermo e la Repubblica ,

chi Vi scrive è una cittadina che prima di essere Senatrice della Repubblica Italiana, è stata, è e sarà un’insegnante che ha speso la propria vita per educare i bambini alla bellezza; una professionista che tramite la musica ha oltrepassato e ha cercato di far oltrepassare ogni barriera o confine.

Chi scrive è un componente della settima Commissione permanente Istruzione e Beni Culturali e di quella straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani al Senato della Repubblica Italiana, che stamattina era a Palermo per accogliere il Ministro Alberto Bonisoli al Museo Riso, alla presentazione del progetto di adeguamento degli spazi del museo agli standard europei.

Cara Repubblica,
ai bambini si insegna che non si dicono le bugie, così come ai grandi, spesso, si deve ricordare che l’odio non si combatte con l’odio, che il razzismo non si combatte con l’informazione fuorviante, che i giornalisti dovrebbero andare a caccia dell’oggettività della notizia e non di click, che una dichiarazione sull’integrazione tramite la cultura non può essere intitolata in modo tale da farla apparire un manifesto razzista.

Questa si chiama leggerezza o malafede?

Cara Repubblica,
Palermo è una città difficile in una Regione difficile, l’estremo lembo di terra a Sud dell’Italia, terra che per anni è stata vista come solo di malaffare; una terra spesso discriminata, farcita di pregiudizi da immaginario collettivo e destinataria di sguardi torvi.

Nell’ultimo mese questa città, questo Sud, ha ricevuto la visita del Presidente del Consiglio, del Ministro dell’Istruzione e del Ministro ai Beni Culturali. Proprio perché questa terra martoriata, per i suoi cittadini e per chi vi approda provenendo da un Sud ancora più estremo, merita di avere una speranza, che passa di certo dall’istruzione, dalla cultura, dalla musica e dal lavoro che esse sono in grado di creare in questa terra bellissima.
Questa terra merita una speranza che deve essere per tutti e perciò a tutti detta e manifestata, una speranza che non può e non deve essere oscurata da titoli da giornalino di quartiere.

Riprendo le parole del Ministro Bonisoli per dirVi che “NOI VOGLIAMO che attraverso la diversità che è una ricchezza si ottenga altra ricchezza che è la crescita del tessuto sociale e della qualità della vita.”
NOI CREDIAMO che “c’è una concreta opportunità di farcela e la cultura è uno degli elementi che può aiutare questo processo”.

Voi, evidentemente, NO.