Ricevo, e leggo commossa, un messaggio da parte di un educatore.

Una persona con cui ho dialogato e che mi ha rappresentato le istanze della categoria a cui appartiene che, insieme ad altre, ho portato avanti nel rispetto del compito che mi è stato affidato con il voto dello scorso 4 marzo.

“Gentile Senatrice, a poche ore dalla votazione del maxiemendamento alla legge di bilancio, a prescindere se ci sarà o meno un provvedimento a favore del personale educativo, desideravo ringraziarla….grazie per essersi spesa per noi…grazie del suo impegno…a prescindere da come vada a finire ha dimostrato di essere una persona seria!…i passati governi hanno la colpa di avere creato una frattura col popolo…una scollatura dalla base che ha generato sfiducia nella politica….voi 5 stelle mi avete dimostrato che invece le istituzioni possono essere vicino al cittadino…si può dialogare con esse…nessuno ha la bacchetta magica…desideravo scusarmi per i molti messaggi, per le infinite volte che sono stato a dir poco inopportuno, impaziente, precipitoso nel chiedervi di risolvere tutto e subito…purtroppo la precarietà è una brutta cosa…un grazie sentito da parte di tutti gli educatori (posso esprimermi così perchè ne conosco moltissimi che la pensano come me)…grazie al movimento per il solo fatto di esistere…faccio già da adesso gli auguri a lei, alla sua famiglia e a tutti i suoi colleghi in parlamento di un sereno Natale!…Buon lavoro!”

Ed è qui, in mezzo alle parole di chi lotta ogni giorno per i propri diritti di chi ci affida le proprie situazioni problematiche, che sento il senso dell’essere Portavoce
E anche se sono stanca, da giorni di aula no stop, sorrido e incrocio le dita per le istanze per cui ho lottato.