Ieri, nella lunghissima (ma direi anche bellissima) riunione dei Senatori M5S con Giuseppe Conte, nell’ottica della rifondazione del Movimento, abbiamo discusso sui temi che erano argomento di approfondimento:

  • sui principi e valori del Movimento, giacché bisogna sapere con chiarezza chi siamo e cosa vogliamo e cosa ci differenzia dagli altri;
  • sulla possibilità di ripensare al significato delle 5 stelle e quindi delle missioni del Movimento ;
  • sul rapporto con i territori, con i cittadini, e con le amministrazioni locali;
  • sulla “Formazione” del gruppo e di quanti vorranno intraprendere un percorso di crescita.

Non è facile sintetizzare, né è possibile riascoltare, quindi utilizzerò gli appunti della collega Agnese Gallicchio, che ringrazio.

A margine di questo lungo, ma doveroso post, anche una sintesi del mio intervento.

Giuseppe Conte sta studiando i report degli Stati Generali e vuole conoscere tutte le nostre battaglie e passioni. La sua proposta quindi partirà dalla nostra storia e delle nostre forze e potenzialità.

Ci sarà un voto e solo dopo, se l’esito sarà positivo, lui potrà essere il nostro leader.

Dopo aver ascoltato i nostri interventi, ha parlato di come occorre perseguire una politica ed un’economia “integralmente” ecologica, quindi non basata solo sulla domanda, ma soprattutto sui bisogni.

Una politica fondata sulla giustizia sociale e l’inclusione: in ogni progetto non deve essere perso l’obiettivo di evitare le disuguaglianze di genere, sociali e le fratture generazionali.

Occorre offrire soluzioni per i nostri cittadini, dunque parleremo a tutte le fasce sociali: le buone soluzioni non hanno colore politico.

Importante deve essere la formazione, multilivello e multitematica, per poter produrre proposte: essere noi proponenti di progetti, preparati e coraggiosi.

Per fare questo occorrono gruppi di lavoro permanenti, lavorare con esperti non solo accademici, ma di ricerca applicata, per aiutarci ad essere sempre aggiornati, ed elaborare idee e progetti. Il centro di formazione sarà il punto di incontro anche per improntare e ravvivare il dialogo con la società civile, per stimolare l’entusiasmo in noi ed diffonderlo agli altri.

Per confidare anche nell’ampliamento e nella crescita del consenso, al neo Movimento serve dotarsi di una struttura organizzativa che, diversamente dai vecchi partiti, deve essere un’organizzazione light e funzionale.

Il movimento ha una grande potenzialità nei territori. Da lì viene il ricambio generazionale, per dare il cambio a chi è ora nelle istituzioni. Conte crede molto nella forza potenziale dei territori e nei nostri territori lo vedremo spesso, presente insieme a noi.

Occorre lavorare con le forze politiche straniere che sono più in sintonia con noi. Siamo ambiziosi, il nuovo modello di sviluppo si deve diffondere non solo in Europa, ma anche nei vari continenti.

Nei pochi minuti che mi sono stati concessi (ma il Presidente ci ha assicurato che ci incontrerà singolarmente), condividendo sino in fondo quanto detto dai miei colleghi, perché esiste una sensibilità comune, ho voluto parlare dei temi a me cari, quelli che corrispondono al mio vissuto ed alle mie battaglie e del Movimento stesso facendo anche un po’ di autocritica.

Concordo sulla necessità di sapere quali sono i valori comuni: la buona politica non è né di destra né di sinistra, ma lo sono i valori che la sottendono e questi devono essere chiari anche nei confronti dei nostri elettori.

Bisogna superare l’integralismo (sui temi) e l’intransigenza (sulle persone) che ci ha spesso isolati in una nicchia. Le cose cambiano, soprattutto in tempo di crisi e di pandemia e non possiamo restare abbarbicati su questioni e temi già passati. Anche le persone sono in evoluzione e non è detto che chi ha una storia diversa dalla nostra non ha nulla da dirci e da insegnarci.

L’intransigenza resta solo sull’onestà e la trasparenza delle persone.

Quindi i miei temi, quelli del cuore:

I giovani, quella che adesso è chiamata next generation

da docente sono cresciuta insieme a loro, ed ogni nuova generazione mi ha arricchita. Non dimentichiamo che il futuro è loro e che quel futuro sarà solo in funzione delle prospettive che diamo loro.

Le arti e la cultura

Il PNRR confida, giustamente, sulla ricerca tecnico/scientifica, ma la capacità di ripartire nasce proprio dalla capacità di fare scelte divergenti, resilienti appunto. Il pensiero creativo dell’artista ne é oltremodo l’artefice. Sosteniamo quindi anche lo studio delle arti e della ricerca artistica e con queste il mondo del lavoro ad esse collegato: imprese creative e talenti possono essere il nostro futuro. Arti, cultura e un nuovo umanesimo che non dimentica la centralità dell’uomo e delle sue espressioni. Il PIL non può essere l’unico misuratore della nostra ripresa, parliamo anche di BES (benessere equo e sostenibile) e perché no, anche di diritto alla felicità.

– E infine gli animali

Se non vogliamo difenderli per “com-passione” facciamolo pensando che la mancanza di rispetto nei loro confronti costituisce un boomerang che potrebbe rivoltarsi contro l’umanità. Da questo mancato rispetto possono nascere pandemie come quella che stiamo tragicamente vivendo; dagli animali ammassati negli allevamenti intensivi dipende l’antibiotico-resistenza che stiamo sviluppando, l’eccessivo consumo di acqua e l’eccessiva produzione di metano; a causa dalle specie scomparse o sopra sviluppate per interventi dell’uomo sull’eco sistema, possono determinarsi squilibri non più sanabili degli ambienti e degli habitat. L’eco sistema non è solo terra, acqua, clima. Ricordiamocelo…

Non posso non ammettere di essere entusiasta, ringrazio quindi chi oggi ci permette queste riflessioni: il gruppo Senato, il capo politico Vito Crimi e, naturalmente, Giuseppe Conte.