Sembra ormai ovvio che oggi si aprirà una crisi di governo in uno dei momenti piu bui del dopoguerra.
Pandemia, guerra, crisi economica, crisi energetica richiedono una stabilità di governo e obiettivi concreti come quelli che oggi dovremmo approvare nel Ddl Aiuti per 15 miliardi di euro a sostegno dei cittadini, delle imprese e per la sicurezza di tutta l’Europa.
Quando due settimane fa alcuni di noi hanno deciso di prendere le distanze da una linea politica che non condividevamo, sapevamo che se non avessimo fatto un gesto di autodeterminazione prima o poi ci saremmo trovati davanti ad un voto di sfiducia assolutamente fuori da ogni logica politica.
A cosa porta questa crisi? Sicuramente alla consegna del Paese alla destra. Non al centrodestra, ma proprio alla destra. Sia ben chiaro.
Gli obiettivi del PNRR che non raggiungeremo per un blocco dei lavori del Governo, butteranno alle ortiche mesi e mesi di lavoro e decine di miliardi, portando al macero un’infinità di decreti e di riforme attese da cittadini, enti locali e imprese.
Senza considerare che, entrando in esercizio provvisorio, potremo dimenticarci di cuneo fiscale, salario minimo, tetto al prezzo del gas, con la cessazione di ulteriori interlocuzioni con i Paesi che potrebbero assicurarci nuove forniture di gas.
Purtroppo si tratta di un vero e proprio disastro. La borsa di Milano è oggi la peggiore in Europa e lo spread è in netto rialzo.
In tutto questo, la scelta di IpF si rivela, consentitemi, un atto di responsabilità. Siamo noi che riusciremo ancora per poco a mettere in salvo gli ultimi provvedimenti per poi rischiare di riconsegnare il Paese all’incertezza della formazione di un nuovo governo e delle urne, mentre l’Europa molto probabilmente ci considererà totalmente inaffidabili.