(AGI) – Roma, 9 apr. – “L’articolo 10 dell’ultimo decreto Covid, il decreto legge 44 dell’1 aprile 2021, in tema di concorsi pubblici introduce una deroga al criterio del merito, che dovrebbe essere quello che informa l’assunzione nelle Pubbliche Amministrazioni. Nonostante la Ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone si sia strenuamente battuta per evitare lo scontro generazionale, titoli e servizio nel decreto hanno assunto un ruolo preponderante, ruolo che inevitabilmente penalizzerà le nuove generazioni”. Così le senatrici del Movimento 5 Stelle in Commissione Istruzione al Senato.
“La valutazione dei titoli in luogo di una prova preselettiva farà sì che solo chi ha conseguito un master o un diploma in scuola di specializzazione (titoli che non tutti i ragazzi, sebbene meritevoli, possono permettersi economicamente) potrà accedere alla prova scritta. La valutazione del servizio farà invece sì che nella PA possa essere assunto solo chi vi ha già precedentemente prestato servizio. In un colpo solo il Ministro Brunetta ha fatto fuori il principio di uguaglianza e quello di efficienza della P.A.; pur considerando i titoli e l’esperienza rilevanti, questi non possono essere gli unici criteri, in quanto il principale deve essere necessariamente il merito. La next generation, così, rischia di rimanere fuori dalle 500.000 assunzioni previste nei prossimi cinque anni. Già l’applicazione del decreto legge nel bando per i 2.800 tecnici al Sud ha dato contezza della disparità di trattamento che provocheranno le nuove norme: un giovane con una laurea con 110/110 e lode (che viene valutata 0,1 punti) come può competere con una persona che già da anni lavora nella P.A. a cui il servizio viene valutato, per ogni anno, quanto dieci lauree con lode? È necessario porre rimedio a queste storture, lavoriamo da subito in questa direzione”, concludono.