Ricordo esattamente, come chiunque abbia vissuto quel giorno, dove ero e cosa stavo facendo quel 19 luglio del 1992.

Oggi, 26 anni dopo, dal mio scranno del Senato, sento la responsabilità morale di ricordare, come istituzione e legislatore, in aggiunta alla responsabilità che per anni ho sentito come insegnante, cittadina e mamma.

Dopo l’eco di quel boato non c’é stato silenzio.

Anzi, quel frastuono ha risvegliato tante coscienze e tante lotte: oggi “le loro idee camminano sulle nostre gambe”, su quelle di chi si oppone al racket, di chi si batte per sradicare i rapporti fra mafia e politica, di chi inasprisce le pene per tutti i reati di tipo associativo. Di chi ancora oggi cerca verità e giustizia.

Le loro idee continuano ad esistere nelle menti di chi combatte i reati ambientali e le ecomafie, di chi considera le scuole imprescindibile presidio di legalità sul territorio, di chi si batte ogni giorno per far rispettare la dignità di ognuno e ciascuno, attraverso il lavoro come diritto e non come favore.

Oggi commemoro perché il sacrificio di Falcone e Borsellino, degli uomini e delle donne della scorta, di tutte le altre vittime della mafia, non sia vano. Commemoro per urlare che il mio impegno contro ogni tipo di mafia sarà senza se e senza ma e senza paura, come Loro ci hanno insegnato