Chi, come me, ha avuto la fortuna di vivere “il coro”, sa quanto è mancato quel momento in cui la sera ci si ritrovava tutti insieme, una sola voce a rafforzare amicizia, condivisione, ricerca del bello. Proprio perché “musica d’insieme” le attività corali, come quelle bandistiche e concertistiche, sono state le prime ad essere colpite dalle restrizioni dell’emergenza e sin dai primissimi tempi, durante i quali, grazie al senso di responsabilità di direttori e coristi che, tour court, hanno annullato prove e concerti. L’attività dei cori sta quindi vivendo un periodo di profonda crisi a causa dell’emergenza epidemiologica Covid-19 e le conseguenti misure di restrizione imposte. Tali attività, infatti, per la loro stessa natura “aggregativa” sono state ovviamente sospese.
Tuttavia è alta l’attenzione del governo nei confronti del mondo della cultura in generale e dei cori in particolare. Ne è testimonianza la circostanza per cui il decreto rilancio, a seguito di un mio ordine del giorno in tal senso, ha esteso le misure previste dal c.d. “Art Bonus” anche nei confronti delle società concertistiche, corali e bandistiche che già hanno accesso ai fondi del Fus: per cui sia Feniarco che Anbima potranno ricevere donazioni liberali da moderni mecenati che, a loro volta, usufruiranno del relativo credito d’imposta.
In più, le associazioni culturali che abbiano svolto tra il 1° gennaio 2019 e il 29 febbraio 2020 un minimo di 15 rappresentazioni e abbiano versato contributi previdenziali per almeno 45 giornate lavorative, ovvero, in alternativa che abbiano ospitato, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 29 febbraio 2020, un minimo di 10 rappresentazioni, che siano in regola con il versamento dei contributi previdenziali, nel rispetto degli altri requisiti di legge, potranno accedere al fondo emergenza covid 2020 spettacolo, varato con il Cura Italia.
Inoltre, con il dpcm dell’11 giugno 2020 sono state chiarite le misure per una ripresa in sicurezza degli spettacoli ma anche delle prove, per cui anche i cori potranno tornare a riunirsi e svolgere quella funzione aggregativa (sebbene a debito distanziamento interpresonale) e sociale che li contraddistingue. Le misure sono previste per gli spettacoli ma, come dicevo, possono ritenersi applicabili anche alle prove. In particolare, sono da tenere a mente le seguenti regole (contenute nell’allegato al citato dpcm):
– L’entrata e l’uscita dal palco dovrà avvenire indossando la mascherina, che potrà essere tolta durante l’esecuzione della prestazione artistica se sono mantenute le distanze interpersonali, e in maniera ordinata, mantenendo il distanziamento interpersonale, dando precedenza a coloro che dovranno posizionarsi nelle postazioni più lontane dall’accesso (in fase di uscita dal palco, si procederà con l’ordine inverso).
– I Professori d’orchestra dovranno mantenere la distanza interpersonale di almeno 1 metro; per gli strumenti a fiato, la distanza interpersonale minima sarà di 1,5 metri; per il Direttore d’orchestra, la distanza minima con la prima fila dell’orchestra dovrà essere di 2 metri. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.
– Per gli ottoni, ogni postazione dovrà essere provvista di una vaschetta per la raccolta della condensa, contenente liquido disinfettante.
– I componenti del coro dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali filedel coro e dagli altri soggetti presenti sul palco. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.
– Si dovrà evitare l’uso di spogliatoi promiscui e privilegiare l’arrivo in teatro degli orchestrali già in abito da esecuzione.